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Avviso

Auschwitz

“Volevo dire solo questo: la miseria che c’è qui è veramente terribile – eppure, alla sera tardi, quando il giorno si è inabissato dietro di noi, mi capita spesso di camminare di buon passo lungo il filo spinato, e allora dal mio cuore si innalza sempre una voce – non ci posso far niente, è così, è di una forza elementare -, e questa voce dice: la vita è una cosa splendida e grande, più tardi dovremo costruire un mondo completamente nuovo. A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzetto di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita.”

Etty Hillesum  (ebrea morta ad Auschwitz)

Il Comunismo

Mp - 22 maggio 2011

Il Comunismo è stato forse il più grande sogno dell’umanità. Quando poi nel Novecento si è strutturato in forma di Stato si è trasformato in un gigantesco incubo. Tuttavia, i bisogni da cui è sorto e cioè la liberazione umana, l’uguaglianza, la libertà dalla miseria, la libertà dalla superstizione e dall’ignoranza, sono ancora oggi del tutto attuali. In sostanza le domande erano più che legittime, ma le risposte sono state del tutto sbagliate.

COMUNITA’ DI VALLE: RIFLESSIONI POST VOTO

Replica alAdige del 26 ottobre 2010


Leggo e condivido solo in parte, l’editoriale de l’Adige di oggi del suo direttore Giovanetti. Non condivido, ad esempio, quando cercando di spiegare l’inconsueto fenomeno del non-voto in Trentino, Giovanetti indica diversi motivi per cui gli elettori hanno volontariamente deciso di disertare le urne. Tutti motivi – non serve ora elencarli – che vorrebbero descrivere un elettore informato, cosciente della propria non-scelta, consapevole dei limiti della legge e conscio delle alternative che si sarebbero potute invece mettere in campo.
Al di là del sottoscritto, non mi risulta che nessuno, ad esempio, (né elettori e men che meno importanti candidati-presidente) parlando di Comunità di Valle, abbia mai rappresentato l’ipotesi alternativa di “liberi Consorzi di Comuni” o paventato per la Comunità di Valle il destino di “pietra tombale” rispetto a qualsiasi futuro accorpamento fra Comuni. Lo sento ora da Giovanetti e mi fa molto piacere trovare consenso su questa mia ipotesi che a molti pareva perlomeno “bizzarra” in campagna elettorale. Ma non era di questo che volevo parlare. Mi interessava, invece, raccogliere il filo d’analisi del “non-voto”, lanciato dal Direttore. Gli elettori sono rimasti a casa? A mio avviso non certo per via “del sistema elettorale misto e macchinoso”, né per la “pletoricità delle assemblee” così come neppure per il timore “che i comuni perdessero d’importanza nei confronti delle Comunità”. Sono rimasti a casa, semplicemente perché non sapevano di cosa si andava a decidere con il voto. Diciamolo francamente: era con molta probabilità quello che si voleva, o meglio, quello che voleva la coalizione di centro-sinistra che ha spazzato via qualsiasi vera speranza di partecipazione democratica, cosicché né alle elezioni prima, né nelle assemblee di valle poi, i cittadini sono stati rappresentati in maniera plurale, checché ne dica il Presidente Dellai. Due, a mio parere, sono gli elementi su cui riflettere, l’uno collegato all’altro.
Il primo, come detto, la scarsissima partecipazione dei cittadini, nella stragrande maggioranza dei casi “incolpevoli” per disinformazione o non-informazione di cui il maggiore responsabile è il governo provinciale.
Il secondo, la strepitosa vittoria, ovunque, della medesima coalizione che governa attualmente la nostra provincia.
Due elementi, come si diceva, strettamente collegati e – come sostiene qualcuno – facenti parte di un medesimo “piano” preordinato: quello di totalizzare il Trentino sotto un unico pool politico-economico di potere. Sinceramente non so se sia così (a pensar male qualche volta ci si azzecca, diceva Andreotti), certo è che la massiccia astensione dalle urne si è rivelata funzionale alla stra-vittoria finale di Pd, Upt & Co, partiti – forse è il caso di ricordare – al governo della Provincia. In che modo? Da un lato, semplicemente astenendosi dal puntare con forza su quella che doveva essere un’imprescindibile e battente informazione istituzionale (quando mai se non in casi del genere?); dall’altro lato, lavorando a mille sui territori, in centinaia di incontri di partito, investendo in serate conviviali con presenze “importanti”, attivando e sollecitando quella potente rete di rapporti personali, amicali e professionali (lobby) di cui ogni grande partito sa avvalersi in caso di bisogno. Mezzi e metodi – ci ritorna alla mente - tanto cari alla vecchia e indimenticata Democrazia Cristiana. Cosicché è verosimile pensare che gran parte di chi si è recato alle urne ha avuto in vario modo informazioni “privilegiate” (non istituzionali) e contatti diretti con i protagonisti di queste elezioni. In altre parole, insomma, chi è andato domenica ai seggi e ha fatto vincere la grosse koalizion, sapeva perfettamente come votare e per chi votare. Per non parlare delle valanghe di soldi messe in campo (il ritorno è sempre garantito) non solo per manifesti e volantini, ma anche per cene, spot televisivi, pubblicità radiofoniche, ecc. ecc. Tutte cose legittime – sia chiaro – ma che, eticamente parlando, dovrebbero fare gridare vendetta se per un momento si pensasse alla crisi che avanza, a chi ha perso o perderà il lavoro, a chi fa fatica a pagare l’affitto o a chi non riesce più ad arrivare alla fine mese. Ma si sa: in queste settimane il pensiero fisso era quello di vincere a tutti i costi. Ai problemi si potrà pensare dopo, semmai…
Noi della Civica di Sinistra per la Vallagarina, piccoli, modesti e perdenti, abbiamo speso autotassandoci 1.050 euro in manifesti e pieghevoli. Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo speso giorni e notti (per preparare il programma), pure consumato scarpe per girare per le strade e speso molte parole per spiegare alla gente della nostra lista e della Comunità di Valle. Tuttavia siamo rimasti fuori, ma non siamo sconfitti. Ci rimane la forza delle nostre idee e quel coraggio e quell’orgoglio delle differenze da troppi ormai dimenticati.
Un grazie di cuore, però, lo vogliamo esprimere a quei sognatori - che oggi sono i più realisti – che nonostante tutto hanno creduto in noi ancora una volta. Con un arrivederci a presto.

Maurizio Panizza, candidato Presidente lista
Civica di Sinistra per la Comunità della Vallagarina


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