DON GUETTI E L’IMPEGNO POLITICO

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Giornale “Trentino” - 25 gennaio 2015
(Replica inviata al quotidiano, ma non pubblicata)


Don Guetti
Egregio Direttore,

riprendo un interessante contributo di Luciano Imperadori apparso in prima pagina, dal titolo “Cooperazione, un legame a filo doppio”.

Nel condividere lo spirito con il quale lo studioso ricorda il pensiero autonomista di don Lorenzo Guetti, non posso, tuttavia, non rimanere stupito per una sua affermazione, quando parla di Guetti, come di un politico molto attivo. Imperadori, infatti, in premessa al suo articolo, afferma testualmente a riguardo di don Guetti: “Nella sua attività politica, sia alla Dieta di Innsbruck, sia al Parlamento di Vienna, dove era deputato, condusse un’instancabile lotta per l’Autonomia del Trentino”.

Orbene, non volendo togliere nulla a quello che è sempre stato considerato il “padre” del movimento cooperativo del Tirolo di parte italiana, da modesto cultore di quel periodo mi permetto di dissentire da quanto sostiene Imperadori. Lo faccio attingendo ad un altrettanto autorevole studioso della Cooperazione trentina, qual è Marcello Farina, citando alcuni passi di un suo pregevole volume che delinea la figura e l’impegno di don Guetti, intitolato: “E per un uomo la terra”.

A riguardo delle elezioni alla Dieta di Innsbruck (il consiglio Regionale del Tirolo), Farina, a pag. 178, scrive: “La mancata partecipazione al mandato dietale (del 1891, n.d.r.) di numerosi deputati trentini provocò nuove elezioni il 22 settembre 1892 e poi ancora il 10 luglio 1893, il 4 novembre 1885, il 9 novembre 1896 e ancora il 5 novembre 1897. Guetti, sempre rieletto non andò mai alla Dieta di Innsbruck, e con lui gli altri deputati astensionisti.”

In merito, invece, al presunto impegno di Guetti al Parlamento di Vienna (secondo Imperadori), scrive ancora Marcello Farina a pag. 64: (…) “E si può qui ricordare che l’unico intervento che don Guetti fece al parlamento di Vienna nel giugno del 1897, come deputato eletto per la quinta curia, riguardò proprio la bachicoltura e la conseguente industria serica.”

Aggiungo, infine, un’altra considerazione di Farina, utile ad inquadrare la questione. A pag. 180 lo studioso osserva: “La tensione politica in qualche modo era diventata meno “urgente” (rispetto all’impegno cooperativo, n.d.r.), anche perché l’astensionismo di cui don Guetti era uno dei massimi esponenti, portava con sé anche un effetto secondario non trascurabile: quello di smorzare l’entusiasmo e la partecipazione della gente alle elezioni, le cui scadenze anche negli anni successivi furono segnate dalla stanchezza e dall’assenteismo.”

Alla luce di ciò, è evidente che l’azione di don Lorenzo Guetti in favore dell’Autonomia trentina fu, per scelta, ben diversa rispetto a quella di coloro che nei medesimi anni decisero di non rifugiarsi in uno sterile Aventino, ma di continuare dalle aule parlamentari un impegno per l’Autonomia trentina in parte già acquisita, in parte ancora da conquistare.

Dopo pochi anni dalla morte prematura di Guetti, avvenuta nel 1898, sarebbe comunque arrivata la Prima Guerra Mondiale a spazzare via qualsiasi cosa, a stravolgere ogni impegno e ogni speranza.

 

Maurizio Panizza - Volano