SAPER ‘VENDERE’ BENE IL NOSTRO TRENTINO

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Mp – 25 agosto 2013

Caro Assessore Mellarini,
seguo anche in Facebook i tuoi interventi a favore di un'immagine del Trentino che sia la più ampia e accattivante possibile. Non può che essere così, visti i tempi di crisi che richiedono - per poterli superare - interventi incisivi a livello amministrativo, politico e anche personale, nell'ottica di condividere una responsabilità comune a tutti i cittadini: quella di valorizzare al massimo la nostra realtà provinciale che nel turismo, in particolare, può raccogliere i frutti migliori. Orbene, premesso questo, mi permetto di suggerirti una proposta che va in tale direzione. Come potrai vedere dalla riflessione e dall'articolo allegati (quelli riportati qui sotto, n.d.a.), già ho sentito il bisogno di segnalare pubblicamente un'occasione mancata per far conoscere in Italia e all'estero il nome del Trentino. Se già tale ragionamento non fa parte di una "progettazione" di marketing provinciale - sinceramente non lo so - ritengo che perlomeno nei confronti di TUTTE le realtà produttive che beneficiano in qualche modo di facilitazioni e/o contributi provinciali – diretti o indiretti – dovrebbe porsi l'OBBLIGO di riportare a fianco dei loro nomi, loghi o marchi (nel modo grafico più congruo) pure il "brand", come dicono gli esperti, del Trentino. Questo per fare sì che situazioni come quella segnalata sul giornale dal sottoscritto a riguardo di Melinda, e successivamente ripresa pure da altri lettori, non abbiano più a ripetersi. Come a dire, in altre parole, che tutti i nostri prodotti di qualità – industriali, artigianali, enogastronomici, culturali e pure intellettuali – dovrebbero accompagnarsi SEMPRE ad un marchio di "denominazione territoriale" del Trentino, uguale per tutti, così da promuovere costantemente all'esterno – in modalità e direzioni diverse -  la nostra Provincia e confermare così che essa è un territorio di eccellenza sotto molti punti di vista. In tal senso iniziative sporadiche, come peraltro accade tuttora, vengono ad avere poco senso e incisività: se il momento contingente lo richiede (eccome lo richiede!) non si può più lasciare al caso, o alla sensibilità del singolo imprenditore un'operazione importante come quella di coniugare il nome di un prodotto di qualità con il territorio – altrettanto di qualità – della nostra Provincia. Così che a nulla serve nemmeno promuovere un luogo - ad esempio per "Melinda" la Val di Non - se il potenziale consumatore/fruitore/turista paradossalmente non viene messo nella condizione di sapere dove si trovi chiaramente quel territorio. Non mi dilungo oltre. Spero solo, con questo,  di avere un po' contribuito a riportare nuova attenzione sull'attualissimo problema del "saper vendere bene" il nostro prodotto principale che è l'immagine, la bellezza delle nostre valli, monti e laghi abbinandolo alle capacità e all'inventiva della nostra gente nel saper produrre, costruire, offrire, ospitare.