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La "Val di Non" come centro del mondo

Della serie: “Saper promuovere il nostro Trentino”.

Mp - 28 luglio 2013

Parlavo giorni fa di come si potrebbe fare promozione “in proprio” del Trentino da parte di chiunque frequenti internet, in particolare i social-network.
Oggi, invece, volevo affrontare un’importante occasione persa per fare promozione su scala nazionale alla nostra provincia. Mi riferisco alle mele “Melinda”, nome conosciutissimo in Italia e presumo anche all’estero.
Mi trovavo qualche settimana fa in Versilia e un giorno, come capita, mi sono recato a fare la spesa al supermercato. Fra altri frutti in mostra, erano ben disposte sui ripiani pure le nostre mele “Melinda”. Per abitudine ma anche per sano spirito di appartenenza, ne ho messo una confezione nel carrello.
Arrivato alla cassa, la cortesia e la loquacità della cassiera mi hanno spinto a dire orgoglioso che quelle mele provenivano da dove venivo io, cioè dal Trentino. “Dal Trentino? – ha esclamato stupita la cassiera. Chissà perché pensavo fossero della Valle d’Aosta. Del resto, da noi sono conosciute solo come mele coltivate in Val di Non e nulla per la verità si dice del Trentino sulla famosa etichetta”.
E’ vero, ho pensato, tanta pubblicità per promuovere un’etichetta e niente e nessuno che dica agli italiani dove si trovi la Val di Non. Ma che razza di pubblicità è mai questa? - mi sono chiesto. Chi sono quei pubblicitari-creativi che l’hanno ideata? Si vuole fare promozione ad una valle ma non ad una provincia forse per via del classico luogo comune che vorrebbe i nonesi tirchi e poco disponibili verso gli altri, in questo caso verso l’economia e l’immagine complessiva del Trentino?
Eppure per queste pubblicità (non solo di stampa: ricordate in tv la saga dell’etichetta dimenticata?) certamente si sono spesi centinaia di migliaia di euro: un’occasione sprecata per aggiungere gratuitamente a quella sconosciuta “Val di Non” pure un “Trentino” che di sicuro saprebbe evocare in molti potenziali turisti, sia certezze geografiche che suggestioni naturali di cui abbiamo estremo bisogno, visto che la crisi deve ingegnarci a fare ancora di più e sempre meglio.
Sperando di convincere chi ha prodotto quella pubblicità, che la Val di Non non è il centro del mondo, invito i lettori che volessero verificare in internet ciò di cui sto argomentando, a digitare in Google-Immagini “mele Melinda”: tutti potranno verificare che una sola foto pubblicitaria contiene la parola “Trentino”, un altro centinaio e più, solo la dizione “Val di Non”. Un'ultima domanda, infine, mi sovviene: il Consorzio Melinda riceve forse contributi provinciali?







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